L'esperienza cinematografica di The Hateful Eight in 70mm

E' uscito il 4 Febbraio l'ottavo film di Tarantino e già fa discutere. In particolare perché sta girando nelle sale una copia a 70 mm ,che è quella che caldeggia di più il regista, perché si tratta di un fotogramma grande il doppio, infatti cattura più dettagli, colori, luce e restituisce più brillantezza, tutto in modo che la grande definizione dell’immagine possa reggere una proiezione su schermo gigante. Altra caratteristica è quella di aver prodotto l'opera western più fedele alle produzioni italiane, come lo spaghetti western di Sergio Leone. Inoltre la pasta del 70mm lo ha aiutato ad avvicinarsi sempre di più ai colori e alla resa visiva dei film a cui più tiene. Non è un caso che nel lungo finale i toni del legno delle sedie, del rosso dei volti sporchi di sangue e sudore ricordino davvero i colori saturi e densi degli spaghetti western.Scendendo nel dettaglio,Tarantino si è potuto permettere un continuo e reiterato uso di inquadrature su due piani, in cui cioè oltre agli attori in primo piano c’è quasi sempre qualcuno nello sfondo con cui interagire, che incombe o compie gesti significativi.
In conclusione forse stavolta Quentin è andato vicino come non mai al suo sogno di rimettere in scena il cinema che ha sempre amato.


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