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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Gli eurocretini del web e la tassa sui link - di Gianni Vittorio

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In Spagna sarà una realtà da Gennaio: è la tassa sui link. Secondo la nuova legge, gli aggregatori di notizie, quindi anche i privati che ne fanno uso e che vogliono linkare un contento di un giornale dovranno pagare. Andando contro i principi cardine del web, fatto di rimandi e condivisioni on line. In Germania, dove Google ha tolto l'anteprima delle notizie su Google News il traffico è collassato del 40%. Nella logica degli editori spagnoli dell’AEDE e della  loro cosiddetta “Google tax” , non c’è sostanziale differenza tra un link che riporta un “ frammento non significativo ” di un loro contenuto e chi quel contenuto lo copia integralmente, ospitandolo sul proprio sito invece che rimandando ai loro: sono entrambi esempi di violazione del copyright. Come mirabilmente riassunto dal presidente della italiana Fieg, Maurizio Costa, alla  Stampa , rifiutandosi di pagare per portare traffico ai produttori di contenuti, “ Google non riconosce il diritto d’autore ”. Ancora, gli editor

Theatre Of Hate: gruppo post-punk per gli amanti del genere.

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Un gruppo poco conosciuto ma sicuramente interessante è quello dei     Theatre Of Hate , gruppo anni 80 che si inserisce in quel filone new wave. "Westworld" , guarda caso, fu il  primo ed ultimo studio album  pubblicato dai Theatre Of Hate ma,  nonostante i decenni trascorsi , il disco  suona sufficientemente fresco . Un gruppo composto da ben  sette ragazzi, marxisti e simpatizzanti del Socialist Worker Party  . Dei comunissimi ed irrequieti giovincelli albionici, che decisero di imbracciare gli strumenti per  esprimere il proprio canto di protesta contro le dissennate politiche di Margherita Tatcher . I Theatre Of Hate ricordano , in alcuni punti,  certe soluzioni punk '77 ma a farla da padrone sono note crepuscolari e malinconiche . Non trascurabile, tuttavia, è una certa componente "pop", dosata componente in grado di stemperare le eccessive tinte fosche di inizio eighties. Curioso l'uso del sax, di solito poco incline a questo genere. Il sound potrebb