Gli eurocretini del web e la tassa sui link - di Gianni Vittorio

Nella logica degli editori spagnoli dell’AEDE e della loro cosiddetta “Google tax”, non c’è sostanziale differenza tra un link che riporta un “frammento non significativo” di un loro contenuto e chi quel contenuto lo copia integralmente, ospitandolo sul proprio sito invece che rimandando ai loro: sono entrambi esempi di violazione del copyright. Come mirabilmente riassunto dal presidente della italiana Fieg, Maurizio Costa, alla Stampa, rifiutandosi di pagare per portare traffico ai produttori di contenuti, “Google non riconosce il diritto d’autore”.
Ancora, gli editori cercano di far passare l’idea che si tratti della lotta tra produttori di contenuti e chi glieli ruba. E invece è niente altro che il tentativo di normalizzare un nuovo e più severo rapporto tra chi in rete scrive e chi aggrega, anche solo per “frammenti non significativi”, quegli scritti. Ma se quello è il principio, si tratta di una vera e propria tassa sui link.
Per approfondimenti: http://www.wired.it/internet/regole/2014/12/14/tutte-contraddizioni-vuole-tassa-sui-link-in-spagna-presto-in-italia/
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