L'uomo che non c'era dei Coen chiude la rassegna dell'associazione Fahrenheit 451

Il prossimo 20 maggio chiude i battenti la rassegna dedicata al noir, organizzata dalla Associazione Fahrenheit 451, e lo fa con un capolavoro dei fratelli Coen: l'uomo che non c'era.
Ed Crane è barbiere triste, senza nessuna prospettiva. Sospetta che la moglie Doris abbia una relazione. Per reagire in qualche modo decide di investire denaro nel nuovo business del lavaggio a secco. Estorce quindi la somma di 10.000 dollari all'amico Dave, che poi è l'amante della moglie e, in un raptus, lo uccide. La moglie è l'indiziata numero uno.
Rigorosi, attraverso un umorismo sottile e uno splendido bianco e nero, confermano la passione per il cinema noir. La provincia, le manie dell'epoca, il razzismo, il racket del gioco, tutto è rappresentato ad arte. Grande interpretazione di Thornton qui alla sua prova di maturità.
Il bianco e nero è fondamentale perché i tagli di luce siano più sgargianti di mille colori, e copre la pellicola di una decisa patina di antico che parla di tanto cinema espressionista. La luce è la protagonista della scena, insieme alla macchina da presa... si fissano entrambe su sguardi, su gesti, sulle rughe di un volto. E rendono ogni dettaglio carico di significato.
Un film in cui domina il senso dell'assurdo, tema dominante della poetica dei Coen. Emblematica la frase che l'avvocato dice ad Ed ''più osservi qualcosa, meno la comprendi, perchè l'atto stesso di osservarla la cambia''.
Premio della giuria come miglior regia al Festival di Cannes 2001.
http://www.mymovies.it/film/2001/luomochenoncera/





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